Industria e ambiente da un lato, produzione e condizioni di lavoro in Italia sono stati due binomi affrontati in maniera superficiale quando non conflittuale, pensando che l’uno limitasse o ledesse gli interessi dell’altro. Solo negli ultimi anni, almeno nel nostro Paese, si è capito che quando un individuo lavora in un ambiente salubre, sereno e a misura d’uomo, la sua produzione aumenta e in genere è di migliore qualità. Questo è stato recepito dalle aziende più all’avanguardia che hanno profuso risorse ingenti per ammodernare i luoghi di lavoro, facendo della NATURA un punto di forza e soprattutto una sponsorizzazione della propria immagine.
La nuova sede di Amav oggi Vesta interpreta in maniera raffinata ma semplice questo concetto, inserendo una costruzione all’avanguardia in un parco al servizio dei dipendenti.
In particolare il parco Vesta nasce per soddisfare due precise richieste della committenza:
a.creare un elemento di cerniera fra la parte direzionale dell’azienda, la parte dei sevizi (mensa e bar) e la struttura operativa (magazzini, officina, depositi)
b. dare un’immagine dinamica e particolarmente attenta all’ambiente a un’azienda che, al core business della gestione dei rifiuti, si pone oggi come punto di riferimento per la gestione del verde pubblico a Venezia.
PARCO
Al suo arrivo il cliente, prima di parcheggiare l’auto nel parcheggio riservato, viene accolto da una bordura di rose rifiorenti bianche che riflettendosi sulle vetrate dell’ingresso contrastano con l’azzurro dell’acqua che circonda, sul alto est l’edificio.
ll giardino vero e proprio appare al visitatore solamente una volta varcato l’angolo reception.
Un tappeto di edere uniforme media l’attacco a terra della grande vetrata che cela lo spazio distributivo dell’edificio direzionale e lo mette in relazione con lo spazio esterno.
All’interno del giardino, i grandi elementi ovali a copertura delle scale che garantiscono gli accessi ai servizi sotto suolo, sono messi in evidenza con delle bordure formali di abelia e hypericum moserianum. Elementi di per sé solamente funzionali, diventano all’interno del parco occasione per rompere l’orizzontalità e la monotonia di uno spazio difficilmente gestibile.
Il collegamento fra la mensa e i parcheggi riservati ai mezzi operativi è risolto, per non inserire un elemento di rottura in mezzo al giardino, con una pavimentazione in pietra a opus incertum, fra gli interstizi della quale si insinua il prato. A delimitazione del percorso, due file di carpini che richiamano la verticalità della struttura, rompono la trasversalità dei percorsi e creano una accento importante in un punto che diversamente sarebbe stato solo di passaggio.
La zona operativa è separata dalla zona servizi da un edificio molto basso che segue un percorso trasversale di servizio in betonella, nascosto da una doppia siepe di buxus potato con la forma di onda, a ricordo del vecchio simbolo della società.
Le aiuole che delimitano i parcheggi riservati ai mezzi operativi sono concepite come elementi modulari ripetibili: un filare di alberi formali con alla base una bordura di arbusti messi in opera seguendo una forma triangolare.