Per tentare di risolvere il problema dell’erosione delle coste, possibilmente in maniera definitiva, il Consorzio Venezia Nuova, durante la seconda metà degli anni novanta, decise di iniziare un progetto pilota di ricomposizione delle dune di sabbia sul litorale del Cavallino.
La sfida era ambiziosa e irta di difficoltà, ma quando il Consorzio ci chiese di dare la disponibilità nel seguire e realizzare il progetto pilota, subito aderimmo con entusiasmo.
Dopo un’attento studio della letteratura sul consolidamento degli arenili, scoprimmo che interventi simili erano già stati realizzati in Francia.
Riuscimmo, dopo vari tentativi, a contattare un tecnico esperto in materia del Ministero dell’Ambiente francese.
Con la sua consulenza elaborammo un protocollo d’intervento che, con una serie di modifiche in corso d’opera, ci consentì di pervenire a un risultato soddisfacente.
INTERVENTO
L’intervento seguì tre fasi ben distinte ma correlate fra loro.
a. Enormi pontoni prelevarono a circa 15 km dalla costa e a una profondità di 20 metri 150.000 mc facendola rifluire sul litorale. Successivamente la sabbia è stata modellata con mezzi meccanici secondo i profili previsti.
b. Una volta sagomate, le dune artificiali e le aree limitrofe soggette alla piantumazione, sono state attrezzate con recinzioni e frangivento di legno di castagno, per limitare il calpestio e accumulare le sabbie trasportate dal vento di bora, e con passaggi pedonali di legno di pino trattato che permettono il transito verso la spiaggia evitando danneggiamenti.
c. Le dune artificiali sono state poi consolidate “fitostabilizzate” con la messa a dimora di piante di ammofila Ammophila littoralis, una graminacea caratteristica degli ambienti di duna il cui sviluppato apparato radicale rende possibile il consolidamento della duna e la sua stabilizzazione nel tempo. L’Ammophila littoralis, oltre a vivere in ambiente salino per sopravvivere deve avere un certo ricarico di sabbia nel tempo.
Furono utilizzati, a titolo sperimentale, due fasi di messa a dimora delle piante:
la prima con schemi d’impianto più densi
la seconda con schemi di impianto più radi intervallati da Tamerici.
RISULTATI
La buona riuscita dell’opera si comprese passato il primo inverno, quando dopo prolungati episodi di vento di bora anche superiore a 80 Km/h con depositi di sabbia sulla prima linea di frangivento dell’ordine di 1 metro, la duna artificiale non ha subito alcuna erosione evidenziando accumuli delle sabbie, di circa 10/15 cm in corrispondenza delle aree trapiantate.
Successivamente interventi di questo tipo sono stati realizzati dalla Benetazzo Spazioverde a Pellestrina, Grado, Jesolo Lido e parte del litorale di Albano Laziale.